Negli ultimi giorni, l’espressione “golden power” è tornata al centro del dibattito pubblico a causa di alcune operazioni economiche di rilievo, come l’offerta di UniCredit per l’acquisto di Banco BPM. Ma cosa si intende esattamente con “golden power”, e quale ruolo gioca nel sistema economico e politico italiano? Questo strumento, introdotto per tutelare gli interessi strategici del Paese, è oggi più attuale che mai, specie in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche ed economiche.
Dal “Golden Share” al “Golden Power”
Il concetto di golden power affonda le sue radici nella “golden share”, un meccanismo che fino al 2012 consentiva allo Stato italiano di mantenere una posizione privilegiata in aziende ritenute strategiche, anche in caso di privatizzazione. Questo modello prevedeva il diritto di veto su decisioni cruciali delle società, come fusioni, cessioni o modifiche statutarie. Tuttavia, la golden share è stata gradualmente abbandonata a causa di contestazioni a livello europeo, essendo considerata contraria alla libera concorrenza.
Nel 2012, con il Decreto Legge n. 21, il governo italiano ha introdotto il golden power, uno strumento giuridico più flessibile e conforme alle normative comunitarie. Diversamente dalla golden share, il golden power non assegna partecipazioni privilegiate, ma conferisce allo Stato il potere di intervenire preventivamente su operazioni societarie riguardanti asset strategici.
Come Funziona il Golden Power
Il golden power si applica a settori chiave dell’economia italiana, considerati vitali per la sicurezza e la stabilità del Paese. Tra questi troviamo:
- Difesa e sicurezza nazionale, come tecnologie militari e infrastrutture critiche.
- Energia, comprese le reti di distribuzione e produzione.
- Telecomunicazioni, incluso il 5G e le reti di comunicazione elettronica.
- Sanità, robotica, e gestione dei dati personali, ambiti aggiunti durante l’emergenza COVID-19.
In pratica, le aziende che operano in questi settori devono notificare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri eventuali operazioni di acquisizione, fusione o trasferimento di partecipazioni significative. Una volta ricevuta la comunicazione, il governo dispone di un tempo limitato (solitamente 45 giorni) per valutare i rischi e decidere se approvare, modificare o bloccare l’operazione. Le decisioni sono spesso motivate dalla necessità di prevenire possibili minacce alla sicurezza nazionale o alla continuità dei servizi essenziali.
Un Nome Unico per uno Strumento Italiano
Il termine “golden power” è un unicum nel panorama internazionale. Mentre in altri Paesi si parla generalmente di “foreign investment control” (controllo degli investimenti esteri), il golden power italiano si distingue per il suo approccio più ampio. Non è rilevante solo la nazionalità dell’investitore, ma anche l’impatto potenziale sull’interesse nazionale, a prescindere da chi sia coinvolto. Questo lo rende uno strumento versatile, capace di adattarsi a un contesto economico in continua evoluzione.
Evoluzione e Attualità
Nel corso degli anni, il golden power ha visto un significativo ampliamento del suo campo di applicazione. L’emergenza sanitaria legata al COVID-19 ha accelerato questa evoluzione, portando il governo a includere settori come la sanità e la gestione dei dati sensibili. Oggi, con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche e le sfide poste dalla transizione digitale, il golden power assume un ruolo cruciale per garantire che infrastrutture e competenze strategiche restino sotto il controllo nazionale.
Recentemente, è stato utilizzato in contesti rilevanti come la gestione delle reti 5G, le acquisizioni in campo energetico e la protezione di aziende tecnologiche innovative.
Pro e Contro del Golden Power
L’adozione del golden power è stata accompagnata da un acceso dibattito sui suoi benefici e sui suoi limiti. Tra i principali vantaggi, si evidenzia:
- Protezione degli interessi strategici: Garantisce che settori vitali per l’economia e la sicurezza nazionale non cadano sotto il controllo di attori potenzialmente ostili.
- Flessibilità operativa: A differenza della golden share, il golden power consente interventi mirati senza vincolare strutturalmente le aziende.
Tuttavia, ci sono anche critiche. Alcuni osservatori ritengono che l’uso eccessivo del golden power possa scoraggiare gli investimenti esteri, indispensabili per il rilancio dell’economia italiana. In un mercato globalizzato, infatti, la protezione di settori strategici deve essere bilanciata con politiche industriali che favoriscano innovazione e competitività.
Conclusioni
Il golden power rappresenta oggi un pilastro della politica economica italiana, con l’obiettivo di proteggere il patrimonio industriale e tecnologico del Paese in un’epoca di profondi cambiamenti globali. La sua efficacia, però, dipenderà dalla capacità del governo di usarlo in modo equilibrato, evitando sia un approccio troppo restrittivo, sia un’applicazione insufficiente.
Mentre l’Italia cerca di consolidare la propria posizione sullo scacchiere internazionale, il golden power continuerà a essere un tema centrale nel dibattito su come coniugare apertura al mercato e difesa della sovranità economica.