Scoperto il potenziale della corteccia di abete rosso: antiossidante, antibatterico e antivirale

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1 Gennaio 2025
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Una ricerca innovativa condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) in collaborazione con l’Istituto Luke di Helsinki, ha svelato le straordinarie proprietà dell’estratto ricavato dalla corteccia e dai rametti di abete rosso. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Separation and Purification Technology, rappresenta un importante passo avanti nel settore della bioeconomia, con implicazioni promettenti per la salute umana e lo sviluppo industriale sostenibile.


Un sottoprodotto forestale trasformato in risorsa preziosa

L’abete rosso, una specie largamente presente nelle Alpi e nell’Appennino tosco-emiliano, genera una grande quantità di residui durante la lavorazione forestale, come la corteccia e i rametti, solitamente destinati alla combustione o non utilizzati. Grazie a un innovativo metodo di estrazione basato sulla cavitazione idrodinamica, i ricercatori hanno trasformato questi sottoprodotti in estratti ricchi di proprietà benefiche.

“Gli estratti si sono dimostrati dotati di elevate proprietà antiossidanti, capaci di neutralizzare i radicali liberi, e di attività antivirale efficace contro due tipi di virus. Inoltre, presentano un’eccellente azione antibatterica contro diversi ceppi patogeni,” ha spiegato Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe e supervisore del progetto. Il metodo si distingue per la sua efficienza, la rapidità e la possibilità di operare a basse temperature, garantendo così la conservazione delle proprietà bioattive degli estratti.


Un’innovazione tecnologica e industriale

L’estrazione basata sulla cavitazione idrodinamica è un processo pionieristico che non era stato precedentemente applicato a causa della mancanza di tecnologie idonee. Il team di ricerca ha progettato un sistema industriale in grado di processare fino a 30.000 tonnellate di sottoprodotti all’anno, garantendo sia la sicurezza per l’organismo umano sia un modello economicamente sostenibile.

“Dopo anni di sperimentazione e analisi, abbiamo individuato i parametri tecnici e di mercato che possono rendere questa applicazione praticabile su larga scala,” ha sottolineato Meneguzzo.


Una nuova frontiera per la bioeconomia forestale

Lo studio è stato realizzato nell’ambito di diversi progetti di ricerca internazionali e nazionali, tra cui ForestAntivirals, finanziato dall’Accademia di Finlandia, e i progetti italiani Pnrr On Foods e Nutrage, sostenuti rispettivamente da NextGenerationEU e dal Cnr. I risultati aprono la strada a una bioeconomia forestale innovativa, non più limitata alla produzione di combustibili o materiali tecnici, ma focalizzata su prodotti per la salute umana.

Gli estratti della corteccia e dei rametti di abete rosso potrebbero essere utilizzati per sviluppare integratori alimentari, funzionalizzare alimenti o creare nuovi composti per applicazioni farmaceutiche. Questa scoperta potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nel settore, combinando la valorizzazione dei sottoprodotti forestali con il miglioramento della salute umana.


Implicazioni per il futuro

L’utilizzo di risorse naturali inutilizzate come la corteccia di abete rappresenta un’opportunità significativa per ridurre gli sprechi e promuovere la sostenibilità. Grazie a questa ricerca, la bioeconomia forestale potrebbe evolversi verso un modello incentrato sull’innovazione e sul benessere, contribuendo al contempo alla transizione ecologica e allo sviluppo di nuove filiere industriali.

La scoperta delle proprietà antiossidanti, antibatteriche e antivirali dell’abete rosso è solo l’inizio: ulteriori studi potrebbero ampliare le possibilità di applicazione, portando a benefici concreti per la salute e l’ambiente.

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